Le tecniche applicate secondo i dettami della Scienza Ayurvedica, atteso l’olisticità di corpo, mente e spirito, non sono riconducibili a diagnosi e terapie occidentali.

venerdì 9 ottobre 2009

Il Tocco che Guarisce



"Il mondo ha bisogno di massaggio 
poiché l’amore è scomparso.

Una volta il semplice tocco di due amanti era sufficiente.

 Una mamma toccava il suo bambino, giocava con il suo
 corpo e questo era massaggio.

Un marito giocava con il corpo della sua donna 
e questo era massaggio.
Era sufficiente, più che sufficiente.

Era profondo rilassamento e parte dell’amore.
Ma ciò è scomparso dal mondo.
Piano piano abbiamo dimenticato dove toccare, 
come toccare,
quanto profondamente toccare.


Il tocco è di fatto diventato uno dei linguaggi più dimenticati.

Quando tocchi il corpo di qualcuno 
fallo come una preghiera,

come se Dio in persona fosse lì, e tu lo stessi servendo.

E non essere serio, trasformalo in un gioco.
Non farlo come un lavoro, 
ma in maniera giocosa e divertente.
Divertiti e lascia che anche l’altro si diverta."


Osho

Corpo & Linguaggio





Il corpo parla in modo diretto e preciso, molto più delle parole che usiamo per descrivere i nostri pensieri. Talvolta, quando desideriamo nasconderci dietro un fitto intreccio di discorsi, accade che un gesto, il tono della voce, gli occhi o lo sguardo mettono a nudo pensieri e sentimenti senza chiederne il permesso.

Il linguaggio del corpo, conosciuto anche come "comunicazione non verbale", ha un peso decisivo nella comunicazione quotidiana. Si stima che il corpo sia determinante in almeno il 70% del messaggio trasmesso. Il linguaggio, dunque, rappresentano solo una piccolissima parte della comunicazione che si alimenta, continuamente, di silenzi e di respiro, di sensazioni corporee sottili e vibrazioni gestuali. Le forme espressive del corpo vivono di vita propria e si attivano, quasi sempre, al fuori del nostro controllo cosciente.

Quando proviamo un'emozione - incontrando una persona - il corpo manifesta ciò che sente con una postura, una distanza, una espressione del viso. I segnali partono dal nostro corpo e sono interpretati dal cervello di chi li riceve in modo del tutto inconscio.

Questo processo circolare costruisce un ambiente sensoriale nel quale nasce e si sviluppa la conversazione fatta anche di linguaggio e dove il nostro "linguaggiare" ed "emozionare" sono interlacciati.

Capire i meccanismi che regolano la comunicazione non verbale significa, dunque, entrare nel cuore del comunicare, aprire la strada a quel mondo sconosciuto di messaggi che sono al di là della nostra sfera di conoscenze consapevoli.
Il linguaggio del corpo manifesta naturalmente l'emozione che esprimiamo in quel momento connotata dal “sentimento” con cui è connessa. E’ un sistema in gran parte inconscio e normalmente consiste in un complesso di re-azioni, azioni automatiche, del tono muscolare, dell'atteggiamento corporeo, della mimica del viso e del gesto, della distanza tra i corpi e dell'uso dello spazio, contenitore del tutto.
In questo contesto per linguaggio intendiamo un sistema di segni condivisi ed è necessario chiarire quali segni si osservano e quale valore si attribuisce loro, in quanto ogni cultura attribuisce a ciascun segno un significato del tutto arbitrario che può variare molto e anche contraddirsi.
Occorre ricordare che prima si viene visti e poi sentiti. Analizzando la dinamica percettiva risulta che circa il 70% dell'informazione che raggiunge la corteccia cerebrale giunge dagli occhi, contro il 15% che proviene dall'udito. La moderna scienza della comunicazione non verbale ha permesso di identificare con precisione l'espressione che lo sguardo assume quando siamo in collera o abbiamo paura; quando ci sentiamo tristi o felici.
Il Corpo, dimora delle emozioni
L'emozione si muove in tre dimensioni. Il suo spazio espressivo è il corpo. Là sceglie dove manifestarsi e dare posizione alla sua necessità d'essere. Le emozioni provocano spostamenti di masse d'energia, da un punto all'altro dell'universo corporeo. Sono il rossore in viso, il nodo allo stomaco, la luce degli occhi, che brillano come diamanti nella notte. La gamma degli abiti emotivi si modula in un'ampia varietà di forme, ma ha solo quattro note di base: gioia, tristezza, rabbia e paura.
La combinazione chimica di queste componenti genera creature miste, che fluiscono o divampano con altre etichette distintive. La forza dell'energia conduce le emozioni da un estremo all'altro delle possibilità vitali. Ad un capo del filo la tensione è alla massima potenza; all'estremo opposto, non si avverte quasi nulla. La pancia può essere dolcemente calda e il respiro ampio e completo. Quando siamo pieni di felicità fino all'orlo, tutte le porte del corpo sono aperte per far entrare l'ossigeno necessario. C'è bisogno di aria per alimentare l'energia dell'emozione. Dopo che ci siamo ben riempiti i polmoni, con le spalle dritte e gli occhi che luccicano, ha inizio la restituzione della nostra creatura. Chi è accanto a noi, senza che la volontà faccia alcun passo, riceve l'energia che abbiamo prodotto e ne fa qualcosa per sé.
L'emozione non la vediamo, non la pensiamo: la sentiamo.
Eppure c'è chi sostiene di aver poco a che fare con la corporeità delle emozioni. Pare che per qualcuno esistano solo nella testa, come fossero esperienze vissute e raccontate da altri. Quando sentite dire "c'è la paura", invece di "sento paura", allora avete di fronte la distanza dall'emozione. L'hanno presa come una sfera di cristallo, per metterla davanti agli occhi e poi vedere cosa c'è dentro. Non c'è nulla da vedere, perché l'emozione è l'ultima delle scatole cinesi. E' movimento, energia, fuoco, elettricità, vorticare di particelle e nulla più. Chiudere la porta in faccia alle emozioni è maleducato e pericoloso e, in ogni caso, trovano sempre una strada per ripresentarsi e quando se la prendono a male, producono danni incalcolabili.
L'alessitimia , un disagio che porta a disconoscere le emozioni, si propaga come un virus, confonde le emozioni una con l'altra fino a fare dimenticare il loro nome proprio. Così la tristezza diventa ansia, la paura diventa stanchezza e chissà che altro. Con l'abitudine a questi enigmi, non si sa più che pesci pigliare e l'emozione davvero non ha più voce. L'energia trova comunque un viottolo per uscire allo scoperto.

Fa passare la fame, fa venire il prurito, la gastrite, il mal di testa e tanti altri amici che ci tengono compagnia. Molti individui hanno l'idea fissa di controllare e di gestire le emozioni. Una fatica totalmente inutile. E' più semplice lasciare che ci aiutino a raggiungere i nostri desideri. Le emozioni sono segnali di qualcosa che accade nel corpo. Indicano la direzione da prendere e sanno qual è il nostro bene, molto meglio di noi.

giovedì 8 ottobre 2009

Alimentazione e Ayurveda

Il cibo, più che materia, è nutrimento.







La maggior parte delle problematiche legate alla salute derivano dalla qualità e quantità del cibo consumato. 
Il cibo è quindi il primo strumento importante, dal punto di vista materiale, per la salute del nostro corpo.
Sapere quali alimenti consumare e come associarli tra di loro e scegliere gli alimenti a seconda delle caratteristiche costituzionali è fondamentale per mantenere un ottimo stato di salute. Nell’Ayurveda una buona salute può essere mantenuta sostenendo e rifornendo i tessuti vitali (dhatu) quando ne hanno bisogno, per mezzo di una dieta e di un regime appropriato oppure pulendo e rimuovendo ogni ostacolo per purificare il funzionamento del sistema.

La cucina Ayurveda è a base di cereali, legumi e verdure, arricchiti dall’uso delle spezie secondo la necessità di ogni tipologia di costituzione.

Gli aromi, infatti, non sono mai accostati a caso, ma secondo le loro proprietà particolari: digestive, tonificanti, disinfettanti, terapeutiche.

L'Ayurveda insegna che ogni individuo ha il potere di guarire se stesso. In questo modo offre a tutti la possibilità di recuperare la salute attraverso la comprensione del proprio corpo e delle sue esigenze.

L’Ayurveda insegna che il cibo, una volta assimilato, viene trasformato durante il processo metabolico in sette fasi successive, diventando nell’ordine: Rasa (linfa), Rakta (sangue), Mamsa (carne), Meda (grasso), Asthi (ossa), Majja (midollo osseo), shukra ( cellule riproduttive).

La linfa è il nutrimento delle ghiandole che compongono il nostro sistema endocrino, quindi a seconda della qualità del cibo che introdurremo le nostre ghiandole riceveranno un nutrimento più o meno adeguato.
Come sappiamo le secrezioni delle nostre ghiandole determinano le nostre emozioni e a lungo termine la nostra personalità, quindi se le nostre ghiandole riceveranno il giusto nutrimento, secerneranno degli ormoni positivi che metteranno la nostra mente in uno stato di serenità e pace. Inoltre il nostro corpo fisico è mantenuto e rigenerato continuamente dal cibo, quindi anche la nostra salute fisica è determinata dalla dieta che conduciamo.

Il cibo può essere diviso in tre categorie:

Cibo sattvico (senziente) che fa bene sia alla mente che al corpo.

Cibo rajasico (mutativo o attivo) che può essere benefico per il corpo ma non per la mente.

Cibo tamasico (statico inerte) che è nocivo sia al corpo che alla mente.

Cibo sattvico: Frutta, frutta secca Verdure, alghe Legumi e cereali Riso, pasta pane Latte e latticini Le spezie leggere Semi, il sale Lo zucchero, il miele The di erbe, tisane Rimedi omeopatici e prodotti naturali. 


Cibo rajasico: Spezie forti Caffè e the neri Bevande gassate Cioccolato Medicine allopatiche

Cibo tamasico: Carne, pesce e derivati di questi ultimi Uova, aglio, cipolle Funghi Alcool, tabacco, droghe Formaggi piccanti Cibi non freschi o in decomposizione

Il cibo rajasico può diventare sattvico in quei luoghi dove la temperatura scende sotto zero, mentre il cibo sattvico diventa tamasico se ingerito in modo sbagliato o in eccessivo quantità.

Una determinata dieta o un farmaco specifico non saranno efficaci se vengono assunti di malavoglia dall’individuo…Saranno efficaci solo quando la persona avrà la sensazione che prendendoli sarà in grado di mantenere la propria salute abituale o di liberarsi dalla malattia di cui soffre. (Susruta-Charaka)

Alcuni consigli per mangiare e vivere sani:

Il cibo dovrebbe essere sempre fresco e della migliore qualità possibile, gustoso e piacevole alla vista. Il cibo preparato da un cuoco tranquillo e sereno, in un ambiente piacevole avrà la migliore influenza Mangiare in uno stato d’animo sereno e gioioso stando sempre comodamente seduti.

Durante i pasti non lavorare, leggere o guardare la televisione ed evitare di mangiare se si è agitati. Evitare di parlare mentre si sta masticando e cercare di essere regolari anche negli orari dei pasti. Evitare di mangiare tra i pasti, finché il pasto precedente non è stato digerito.

Evitare di bere durante i pasti perché le bevande liquide diluiscono i succhi gastrici rendendo la digestione più faticosa. Non mangiare tipi troppi diversi di cibo nello stesso pasto per non affaticare la digestione. Per una dieta equilibrata includere nel pasto tutti i sei sapori (dolce, salato, amaro, acido, astringente, pungente) mediante l’uso di spezie.

In accordo con la costituzione individuale o alla stagione dell'anno possono essere considerate raccomandazioni specifiche dei medici ayurvedici. Controllare che la narice destra sia aperta durante e dopo il pasto poiché essa è collegata all’attività fisica e al metabolismo.

Dopo il pranzo rimanere seduti tranquillamente oppure sdraiati sul fianco sinistro per alcuni minuti per mantenere la narice destra aperta. Dopo cena è preferibile invece una breve passeggiata al aperto. I cibi e bevande ghiacciate vanno evitati perché la digestione è un’azione calda. Introducendo cibi freddi si inibisce la fase di digestione.

Limitare al minimo gli alimenti crudi, il cibo cotto (preferibilmente ben cotto) è molto più facile da digerire. L’alimentazione dovrebbe essere impostata da un esperto di Medicina Ayurvedica (vaidya) secondo la costituzione individuale ed il periodo dell’anno.